Il sogno per molti produttori di compound e di trasformatori di polimeri è non doversi preoccupare del colore. Con tutto quello che c’è da fare quando si crea un nuovo composto, gestire anche i pigmenti per ricavare una sfumatura precisa non è di certo un compito da poco. Anzi, diciamocelo, l’autocolorazione è il desiderio ideale. Ma è davvero così utopica questa fantasia? In realtà no. Esistono colori per plastica speciali, che possono sollevare i compoundatori dal peso della gestione dei pigmenti in polvere, pronti all’uso per assisterli nei loro progetti. Sei curioso? Scopriamoli insieme.

Pigmenti in polvere e plastica: una relazione difficile

“Non si può buttare il pigmento libero nel compound di plastica.” Punto. Riguardo questo concetto, un grande mentore del settore è stato chiarissimo. Ma perché? I pigmenti distribuiti dalle case di produzione chimica si presentano solitamente in polvere e gestirla può risultare molto complicato. Innanzitutto, sporcano tantissimo e un’azienda attenta a prevenire inquinamenti di vario tipo può trovarsi in difficoltà sia per lo stoccaggio che per la gestione in macchina di questi colori per plastica. Poi, la resina polimerica, per essere lavorata, deve fondere e la sua consistenza viscosa non va molto d’accordo con ingredienti di natura sottile e particellare. Mescolando si creano grumi difficilissimi da separare. Un pigmento disperso male è un vero spreco perché ha una resa molto inferiore. Si stima che se ne arrivi a buttare via oltre il 10%! - Tra l’altro, i pigmenti costano pure un sacco. -

Monobatch: colori per plastica unici

Come si fa allora a colorare la plastica? Serve un passaggio intermedio, dove la polvere di pigmento si unisce ad una resina polimerica per predisporla meglio alla lavorazione. Ciò però non è così semplice, occorre una grande competenza tecnica: i pigmenti in polvere puri, debitamente preparati, sono dispersi al massimo della loro resa (ovvero, senza grumi) all’interno del polimero. Una volta pronti, divengono veri e propri colori per plastica pronti all’uso e dalla resa massimizzata. All’esperto di compound basta aggiungerli al proprio composto. Ad ogni formulazione di questi prodotti, che noi chiamiamo Monobatch, si include solamente un singolo pigmento. Questo perché possa continuare a corrispondere perfettamente al suo color index di riferimento, restando genuino. Così, se si volesse creare una sfumatura ad hoc, basterà unire più Monobatch di tonalità diverse, mescolandoli tra loro come si fa a lezione di pittura con le tempere.

Un lavoro da master-chef

Il Monobatch è un prodotto cool perché standardizza il risultato. Per chi lavora con i compound trovare dei colori per plastica dalla resa costante non è semplice. Facciamo un esempio culinario. Immagina di partecipare ad una gara di cucina, in cui bisogna preparare la stessa torta ogni giorno per una settimana e ogni volta deve essere identica. Il primo giorno va tutto bene. Il secondo giorno, estrai dal frigo il burro troppo tardi e quindi è più duro e ottieni un nuovo risultato, leggermente diverso. Il giorno dopo le tue mani sono più usurate e stanche di impastare, perciò sulla farina c’è qualche grumo in più e quindi avrai un altro risultato ancora e così via… è praticamente impossibile che il prodotto finale sia sempre perfettamente identico al precedente!

Il trucco del “preparato pronto all’uso”

La soluzione per ottenere dei risultati standard è avere dei "preparati già pronti". Ad esempio, un trucco per realizzare la torta è creare in anticipo una mescola di farina, zucchero e sale e sfruttarla per tutte le preparazioni. Oppure, potresti prendere il burro e preparare una miscela con il latte che si conservi ad una temperatura costante… In questo modo, quando arriverà il momento di realizzare la torta per l’ennesima volta, non dovrai fare altro che assemblare le miscele già pronte. I colori per plastica Monobatch funzionano allo stesso modo: si preparano dei composti di pigmento e polimero, anziché mescolare di volta in volta tante polveri diverse. Questo velocizza di molto il processo e consente di ottenere dei risultati più omogenei.

Ulteriori vantaggi dei Monobatch

In realtà, è possibile lavorare direttamente con le mescole di polveri di pigmenti. Una colorazione realizzata con polvere, però, richiede un monitoraggio costante, col rischio di accorgersi solo in fase di produzione dell’avvenuta deviazione del colore. Ciò costringe a dover ripartire daccapo o di inserire delle “aggiustatine al volo”. Tuttavia, per realizzare tali correzioni, bisogna avere delle tolleranze cromatiche molto ampie e il rischio di deriva cromatica diviene altissimo. Se da un lato realizzare i Monobatch comporta un passaggio aggiuntivo e quindi un costo in più, dall’altro, l’utilizzo diretto di pigmenti in polvere implica comunque una cattiva dispersione e quindi uno spreco di pigmento. Come anticipato, un pigmento disperso male non ha una buona forza colorante e quindi si dovrà sfruttare un quantitativo maggiore di prodotto per ottenere una tonalità piena.

Colori per plastica sostenibili, per tutti

Utilizzare colori per plastica semilavorati come i Monobatch fa bene anche all’ambiente di lavoro! Il problema riguarda sempre la polvere: comporta ricorrenti pulizie drastiche dei macchinari, soprattutto per effettuare cambi colore (pulire la cucina dalla farina sparsa in giro è un disastro!). I semilavorati, invece, sporcano molto meno perché il pigmento è già incapsulato in granelli, molto più facili da gestire da un punto di vista di ordine, pulizia e dispersione ambientale. Inoltre, i pigmenti contenuti all’interno dei colori per plastica in formato granulare risultano inertizzati. Questo significa che l’ambiente di lavoro risulta più salubre anche per gli operatori del mondo del compound, che possono così evitare il contatto diretto (soprattutto per via aerea) di materiale chimico potenzialmente tossico.